Roma 1986
Roma: le piazze austere verniciate
dalla nascente primavera, nell’aria
di cartone. L’umidità bagna
le vecchie strade zeppe di mondezza
e passanti giovani gonfi di nuovo
eros festeggiano allegri la vita:
il cielo è aperto, squarciato
da nuvole viaggianti senza meta.
Io non vivo più né deliro.
Già verso un sol punto sono diretto
o morte.
Ma ovunque si può mangiare;
ovunque si può godere.
Il silenzio è dei tempi
e la buona morte sorride
all’Angelo della vita
come fosse lo specchio
di memoria a falsare
la prospettiva da riprendere
come un film per rivedere
la vita; dunque non viverla,
dunque rispedirla al Creatore
che non crea più nessuna creatura.
D. Bellezza, Tutte le poesie, Mondadori 2015.