Cuore vince raccoglie le poesie scritte da Hyner tra il 2006 e il 2015. Si tratta di una sorta di diario non intimo, una meditazione ironica e a tratti brutale ma mai cinica, sull’individuo e sul mondo occidentale contemporaneo, in particolare tedesco. Con la presenza ormai consustanziale di dadaismo, surrealismo, buddismo zen, della poesia beat e post beat americana, Hyner sembra qui affrancarsi dai maestri. Inanellando, con sempre maggior eleganza elementi di culture diverse, voci, citazioni e autocitazioni, fa nascere testi complessi ma sempre aperti, sempre in movimento.
Dalla quarta di copertina.
Impariamo il sapere innato
incontrando il sapere innato
Togliersi semplicemente di mezzo
ritirarsi, non solo
adeguarsi tranquilli al tempo che scorre
ma lasciarsi passare davanti
tutto il macchinario
Però non tutti coloro che per una vita
lucidano mattoni
si ritrovano alla fine con uno specchio.
6/XII/08
*
I ricordi
pendono come le pere nel lago, ma
io non sono un Hölderlin né più un nobile Walter
Benjamin e neppure provengo da Pascoli
qualunque.
Sull’orlo dell’abisso però
lo spavento va perso, la paura
si corica accanto al coraggio e di colpo
l’aria è piena di canti.
Si sentono i richiami!
5/X/11
S. Hyner, Cuore vince, FinisTerrae di Ibis, collana Le Meteore 2020. A cura di Anna Ruchat.
Titolo originale: Herz ist Trumpf. Gedichte 2006-2015.
Stefan Hyner è nato nel 1957 all’ombra della moschea di Schwetzinger. Dopo un apprendistato di falegname ha studiato sinologia e storia dell’Asia orientale. In seguito, tra il 1981 e il 1989 ha viaggiato molto in Asia orientale e nelle Americhe. Ha pubblicato, con Helmut Salzinger, la prima documentazione sul poeta Rainer Maria Gerhard (1927-54), tutte le poesie (in inglese) di Jaime de Angulo nonché diverse opere del poeta ticinese Franco Beltrametti (1937-95). Traduttore dal cinese, dall’inglese e dall’italiano, Hyner ha pubblicato i suoi libri in queste e in alcune altre lingue. Dalla fine dello scorso millennio vive a Rohrhof, un paesino sulle rive del Reno da dove può vedere Heidelberg. In italiano sono apparse nel 2001 la raccolta Sfrenata quiete (Porto dei santi) e nel 2004, per le edizioni Scheiwiller, Il ballo della scimmia.