La vera via passa su una corda, che non è tesa in alto, ma rasoterra. Sembra fatta più per far inciampare che per essere percorsa.
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Da un certo punto in là non c’è più ritorno. È questo il punto da raggiungere.
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Non lasciare che il male ti faccia credere che tu possa avere dei segreti verso di lui.
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Esiste un punto d’arrivo, ma nessuna via; ciò che chiamiamo via non è che la nostra esitazione.
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Teoricamente esiste una possibilità di essere felici in modo assoluto: credere nell’indistruttibile in sé e non cercare di aspirarvi.
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Due compiti per chi inizia la vita: restringi sempre più la tua cerchia e controlla di continuo se, per caso, tu non ti nasconda in qualche parte al di là del tuo limite.
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Non occorre che tu esca di casa. Resta al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare nemmeno, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, restatene tutto solo e in silenzio. Il mondo verrà da te a farsi smascherare, non può farne a meno, si voltolerà estatico ai tuoi piedi.
F. Kafka, Confessioni e diari, I Meridiani Mondadori 2013. A cura di Ervino Pocar.