Ai figli: affinché non siano paralizzati dal freddo.
Sii un cane solitario
Mio piccolo fratello
E rema con la tua pagaia
Laggiù nella strada affollata
Col nevischio negli occhi
Uccidendo tutti i Padri
Con la tua sigaretta.
Nei corridoi
E negli ascensori
Sii un nembo di chicchi di grandine
Un episodio visibile
O una fiamma migratrice
Che si nutre di nulla
Un antiprofeta
Un albero secco senza dimora
Con un coltello al fianco
E molti anni magri in cui morire
Come un socio a vita dei disoccupati.
T. Merton, Cablogrammi e profezie, Garzanti 1972.