Essendo nati nelle labbra del novecento
le mani della corrispondenza s’incrociano
interrogando il bianco del tempo
dove si viene vinti
si assapora l’inchiostro del mare
lungo la convalescenza.
Bendato riesco a leggerti nel vuoto
a coronare il sogno di quelle particelle
prede del destino
il mutamento nelle circostanze.
Raggiungersi
non in queste parole
ma nell’eventualità della carne
l’oscurità in cui s’incrociano le vene del sangue
e il limite che ci siamo prefissi
scorgerlo nel giorno
indefinito
il territorio selvaggio in cui oseremo sostare.
Forse è vero che qui qualcosa più della legge
era il nostro stare
inseparati.
(2020)
Testo inedito
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