
in un tempo indeterminato del respiro quelle mani
lampi come oceani di cristallo e tuoni di campane
anelli limpidi incatenati al destino come canto
soli d’ore nelle bocche e dei venti
che turchini sciolgono l’ultimo deserto
boschi dispersi sotto le rose di diamante
verdi nell’est dove apostrofano miraggi
amore come lettere di fuoco che non finiscono mai
orme che corrono nude per la pianura ed elettricità pura
raggi che entrano nelle vene sulle spighe e nei carri
nomadi che attraversano la sera di una goccia
sul temporale e sul dolce risveglio di mattina
nell’addio e nel riconoscere la mite musica
della brina scura che salta l’orizzonte, arancio
che affonda le radici sinuose della notte
che raccoglie acqua dai ruscelli della voce
e scorre veloce oltre l’ansa del mistero
in un tempo indeterminato del respiro
quelle mani possiedono il cerchio
la volontà che si possa catturare
qualsiasi esile e piccolo
attimo
del movimento
C. Sinicco, Alter, Vydia editore 2019.